27° Anno della Cometa. Città libera di Pryma

Andava calando il sole, sulla città libera. Le acque dorate si tingevano lentamente di rosso, e un vento implacabile soffiava la sabbia attraverso i bassi vicoli di ardesia.
Il vecchio, che vestiva una tunica grigia e rattoppata, si concesse un ultimo sguardo verso il mare, poi si avviò verso la taverna.

C’era un gran baccano là dentro. Lui non amava i rumori, e questo posto ne era pieno come i boccali che l’oste serviva incessantemente. Piatti e posate cozzavano in modo sgarbato, gli avventori alzavano il tono di voce e due menestrelli ‒ due, per l’amor del cielo ‒ si contendevano un piccolo palco di legno a suon di liuto. Ma uno dei due strumenti era chiaramente scordato.
Osservò brevemente la sala, scorgendo un tavolo in penombra e l’uomo che lo stava attendendo. Lo raggiunse.
«Ordinate qualcosa?» domandò quello. Si chiamava Yrash, e aveva la carnagione scura. Non più di trent’anni, a occhio e croce.
Il vecchio scosse la testa. Tutto quel rumore non stimolava di certo l’appetito.
«Niente convenevoli, dunque» osservò Yrash.
«Niente convenevoli» ripeté lui poggiando una piccola sacca di cuoio sul tavolo.
L’altro prese a contare ogni singola moneta. «Gira voce che siete pazzo» disse.
«Così pare» ammise, ben poco propenso a parlare di follia ‒ chi mai avrebbe compreso?
«Hai indagato su tutto?»
Yrash fece roteare l’ultima moneta fra le dita e si mise comodo, mostrando un mezzo sorriso e un dente d’oro. «Le armate di Ventur sono pronte a muoversi. Entro la fine del mese, un terzo della fanteria lascerà la fortezza per dirigersi a nord. Una compagnia di mercenari è stata assoldata per supplire a questa carenza. Non più di settanta uomini, comunque. Escono da una recente battaglia, avranno un po’ di ferite da leccarsi.»
«Che mi dici del nord?»
«A Fort Havoc si è tenuto un incontro fra maghi. Non sono ancora usciti da quel posto. Si compiono strani rituali nelle paludi di Vilemarsh. Clan di briganti continuano a battere le strade, con brevi incursioni lungo i fiumi e razzie nelle miniere. Le corporazioni di lavoratori sono in crisi. Gira voce che Libra non sia in grado di far rispettare la legge.» Yrash sorrise.
«Il che non è un male» commentò lui. «E per quanto riguarda la prigione… Nigmar?»
«Mi sono infiltrato, per quanto possibile. La struttura è in rovina e persino l’Ordine di Libra sembra aver perso interesse nell’area in questione. Ma nel sottosuolo si aprono numerosi passaggi. Ho visto degli uomini, come schiavi, lavorare nelle gallerie. Stanno scavando nuovi cunicoli, aprendo passaggi. Ed estraggono cristalli. I loro occhi… avevano una strana luce. E si muovevano in modo bizzarro, come dei burattini.»
Alle sue orecchie, la parola “bizzarro” suonava come “interessante”.
«I livelli inferiori erano presidiati» disse Yrash.
«Dagli ex-detenuti?»
«No. Dai gargoyle.»
Si prese del tempo per riflettere. “E così sotto a quella prigione, si nascondeva qualcos’altro.”
«Bene» commentò. «Tieniti pronto nei prossimi giorni. Potrei avere qualche nuovo incarico.»
«Sono sempre pronto, io» disse Yrash. «Al suono delle monete» aggiunse.