Non era certo la prima volta che Graham veniva interpellato durante un concilio. Le sue promozioni, la sua rapida ascesa all’interno della Guardia Reale gli avevano garantito un posto di rilievo, per quanto fosse consapevole che, in verità, ben poco di ciò che avrebbe detto o taciuto, durante quelle riunioni, avrebbe avuto importanza. Il suo destino, come quello di tanti altri, veniva scritto da chi deteneva il potere. E in quel momento era lord British V a farlo.
«Possiamo iniziare» disse a bassa voce il sovrano, mentre le spesse porte della sala venivano chiuse a chiave. I consiglieri, riuniti al tavolo, erano pochi e fidati.
«Come ben sapete, abbiamo più di un problema con la malvivenza. Nelle regioni più a sud, gli attacchi alle carovane sono all’ordine del giorno. Bande di criminali, un tempo allo sbaraglio, cominciano a organizzarsi come milizie armate. A Skara Brae, abbiamo rischiato di perdere il controllo di una prigione a seguito di una rivolta. Sul confine con Trinsic, quattro pericolosi assassini sono riusciti a evadere da una struttura che reputavamo sicura. Le strade di Britain ospitano un numero spropositato di canaglie, ladri e stupratori. Non ci sono lo spazio, né il personale adeguato per far rispettare la legge.» Fissò per un attimo i presenti. «Oggi il Concilio deciderà per una soluzione drastica.»
«Una soluzione che non piacerà a tutti» commentò l’Arcimago di corte. «Ma indispensabile. Se posso illustrarla…»
Lord British annuì.
L’Arcimago dispiegò una carta sul tavolo. Era una mappa, senza dubbio, ma Graham non ne riconobbe la provenienza.
«Questo è quanto sappiamo del mondo che prende il nome di Mars: uno dei “mondi esterni”, uno fra i piani dimensionali che abbiamo scoperto e che stiamo tutt’ora studiando.»
“Esistono mondi esterni?” pensò Graham. Perché lo stavano mettendo al corrente di questo soltanto adesso?
«C’è un solo modo per raggiungere Mars» continuò l’Arcimago. «Ed è una runa attualmente in nostro possesso. Una runa inscritta in un osso appartenuto a un Lich, rinvenuta nelle profondità di una tomba senza nome. Il suo precedente proprietario, Varrath Bane, avrebbe viaggiato attraverso diversi piani dimensionali, tra cui un mondo chiamato Archavion, grazie a simili reliquie. Stando ai suoi appunti, avrebbe anche instaurato rapporti con razze ancestrali.»
Nessuno, nella sala, sembrava capirci molto, eccetto l’Arcimago e lord British.
«Non abbiamo ancora compreso la connessione fra questi mondi, ma la runa c’indirizza in un punto preciso, all’interno di una montagna. Con grande stupore, siamo entrati in contatto con una specie evoluta di gargoyle. Queste creature abitano il sottosuolo di Mars. Sembra che vivano lì da millenni.»
«Possiamo venire al dunque?» domandò Craster, più legato agli aspetti economici del regno che a quelli storici e a qualsiasi discorso che durasse più di tre minuti.
«Quello che abbiamo stipulato» spiegò l’Arcimago, «è un patto di non belligeranza. Entrambe le nostre razze hanno di che guadagnarci. Perché loro consentiranno l’edificazione di una prigione all’interno della montagna, noi in cambio dovremo semplicemente fornirgli “risorse umane”».
«Vale a dire?» s’intromise Graham, per la prima volta.
«Fuorilegge» rispose lord British con tono austero. «Una prigione costruita altrove, su un mondo esterno. Manderemo ogni sorta di fuorilegge a scontare l’ergastolo fra quelle mura.»
«Che intendono farsene, di questa gente?» chiese perplesso uno dei consiglieri.
L’Arcivescovo si schiarì la voce. «Manodopera, probabilmente. Oppure cavie, ma che importa? Nessuno piangerà la loro assenza in Sosaria.»
A quel punto il Re si voltò lentamente verso Graham. I suoi occhi erano severi, penetranti.
«Non vi abbiamo convocato per darci un parere» chiarì in breve. Ma questo, Graham già lo sapeva. «Vi abbiamo convocato perché siete designato come Rettore della struttura penitenziaria su Mars. La prigione prenderà il nome di Nigmar, e il vostro compito sarà assicurarvi che non vi siano complicazioni di sorta. Altresì, sarete responsabile dei trasferimenti di criminali da Sosaria a Mars, che avverranno mensilmente, e di redigere mensilmente un rapporto esaustivo, e sulla situazione dei detenuti, e sui lavori in corso.»
Graham deglutì. Non si sentiva pronto a tutto ciò ma, a questo punto, era già tardi per tirarsi indietro.